giovedì 27 dicembre 2012

Albero

Credo che non vedrò mai una poesia bella come un albero. Ma le poesie le fanno gli sciocchi come me. Un albero lo può fare solamente Dio.
Joyce Kilmer


Cuasso Al Monte- lg optimus one


Sacro Monte - lg optimus one

Terapia Intensiva


Le sedie sono più confortevoli,ci sono dei séparé e degli appendiabiti,non ci sono le macchinette,devi andare su in cardiologia per un caffè
La gente non ride,se ride e per non piangere.Giâ,poi si piange.Se non Si piange,si aspetta,con gli occhi fissi nel vuoto o verso la porta del reparto,in attesa di sentire il via libera dal citofono,che rende le voci molto squillanti,in disarmonia la placidità della sala d'aspetto.il tutto scandito dal rumore secco delle lancette dei minuti dell'orologio sovrastante,che misura la resistenza di chi aspetta.



sabato 15 dicembre 2012

L'ultima Alba - Tears of The Sun

Una unità di Seals deve riportare a casa un medico e i religiosi presenti in una missione religiosa del centro africa,si troveranno a contatto con la bellezza del continente nero e con la brutalità delle pulizie etniche dei ribelli.
Non ê un film straordinario,Monica Bellucci non è molto credibile nella sua parte,però c'è una buona trama e una colonna sonora notevole(Hans Zimmer e Lisa Gerrard).Molto importante il monito conclusivo ,citazione che quì riporto :


"Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione." (E.Burke)

Citazione Che riassume ,nel film, l'idea della doverosità della disobbedienza a ordini o leggi che siano inique
(Foto: *imdb)

sabato 8 dicembre 2012

Unfinished

Mi disse G tempo addietro "ma non è che tutto questo è una droga?" . Finalmente una domanda diretta,pensai.Ma non risposi.Feci solo un cenno con la mano, quei cenni che ,per me,esprimono univocamente un concetto che non potrei descrivere compiutamente,ma che per l'interlocutore (lo comprendo) è un linguaggio oscuro.Non risposi,perchè ero sicuro che non avrebbe capito,come tante altre volte ho verificato.feci quel gesto che si fa per cacciare via le zanzare d'estate,però più lentamente e li c'era tutto quello che dovevo dire.
G era perplesso,però si fidò del mio buonsenso.fu l'ultima volta che ci incontrammo,G se ne andò per una strada nuova,non prima di ricordarmi,mediamente l'invio di un sms che l'audacia aiuta chi osa.Indirettamente mi disse avrei dovuto svegliarmi dal mio sonno.Risposi " buona fortuna " e poi amen.

G è passato poco tempo fa dalla mia vita.Questa volta non mi ha detto niente.Gli occhi parlano.
Mi dissero che la pazienza è una virtù e che le virtù non danno quella ricompensa che ogni tanto vorrei avere.A distanza di mesi G capì cosa ( non) dissi quel giorno e quasi si scusò per la sua sfrontataggine.

~~~~~~~~~~~~~~~~~

L 'esempio di Maria è per me motivo di conforto.Non credo al cieco fato,la provvidenza tira i fili di questo grande tessuto di cui faccio parte come una isolata trama per insegnarmi qualcosa.Lei che è stata madre e ,singolarmente,educatrice di Gesù ,lei che ha detto " si" senza riserve,[incompleto]

venerdì 7 dicembre 2012

lunedì 3 dicembre 2012

New Year's Day




All is quiet on New Year's Day
A world in white gets underway
I want to be with you
Be with you night and day
Nothing changes on New Year's Day
On New Year's Day

I will be with you again
I will be with you again

Under a blood red sky
A crowd has gathered in black and white
Arms entwined, the chosen few
The newspapers says, says
Say it's true it's true...
And we can break through
Though torn in two
We can be one

I...I will begin again
I...I will begin again

Oh...
Maybe the time is right
Oh...maybe tonight...

I will be with you again
I will be with you again

And so we're told this is the golden age
And gold is the reason for the wars we wage
Though I want to be with you
Be with you night and day
Nothing changes
On New Year's Day
On New Year's Day



Tutto è tranquillo a Capodanno.
Un mondo in bianco si mette in moto.
Io voglio essere con te
Essere con te ,giorno e notte.
Nulla cambia a Capodanno.
A Capodanno.

Io... sarò di nuovo con te.
Io... sarò di nuovo con te.

Sotto un cielo rosso sangue
Una folla si è radunata in bianco e nero
A braccia conserte, i pochi eletti
Il giornale dice, dice
Dice che è vero, è vero ...
E noi possiamo fare breccia
Anche se rotti in due
Noi possiamo essere tutt'uno.

Semper Fidelis :la storia del ragazzo che si deve sempre accontentare

Di frasi fatte ne ho sentite anche troppe, tante da no distinguere quelle che sono un pourparler e quelle che hanno qualche cosa di vero.la classica soluzione è questa "mi dispiace per te , però guarda il bicchiere mezzo pieno ".
Cosa vuol dire questo?
Non voler ascoltare le mie ragioni, sbolognare una pratica impegnativa,non andare oltre, fare qualcosa di inaspettato.
Ci sta tutto,non sono un tipo egoista.,le capisco le cose,capisco bene tutto,però ora non mi basta più . Non voglio più scuse, non voglio formule di cortesia.
Cosa vuoi allora?
Chiarezza e sincerità . Che qualcuno mi mandi a cagare , se necessario. Qualcosa che non sia un clichè.
Se mi lascio scappare ( sottolineo scappare) qualche momento di sincerità cosa succede?o le frasi fatte sono proposte come risposta , oppure parte il carosello delle disavventure.non è sbagliato confrontarsi, lo diventa ( a mio avviso) quando più o meno indirettamente si vuole far vedere al sottoscritto ( che non è uno che se ne frega) che c' è di peggio , che non mi devo lamentare.insomma accontentati!.così si scambia la descrizione di fatto non allegri ( spesso sdrammatizzati, per non sembrare-non essere- una piattola ) con la cantilena della lamentela.se è una lamentale allora è irrilevante quello che dico , devo stare zitto, mi devo accontentare.

Tutto questo quando va bene.

eh sì, perchè non di rado capita che che il signor ale sia lasciato a sè stesso.Quindi ai messaggi o alle mail si risponde anche con settimane di ritardo,nessuna risposta alle mie chiamate,chiamate ricevute inesisternti (per non disturbare,come se mi adoperassi per chissà quale missione )  auguri ricevuti (se ricevuti) dopo due o tre giorni."Ale accontentati!c'è l'università ,il lavoro i bambini,il cane,il gatto,la mamma..."Mi hanno anche chiesto l'identità,a casa di mia nonna ,perchè non sapevano chi io fossi"
Dopo sei o sette volte che capita la pazienza va a farsi un giro


Ne ho pieni i coglioni di accontentarmi degli scarti!E Vaffanculo anche alla correttezza che da anni mi contraddistingue!
La qualità della mia vita fa cagare,perchè devo fare (devo:se non lo faccio io non lo fa nessuno!)cose che una persona di 24 anni non farebbe,non mi capitano fatti allegri ,quindi non ho storie da riciclare nelle riunioni tra amici in chiave umoristica,vivendo come una persona non di 24 anni mi sento fuori dal contesto .Ormai non ci faccio più caso,però mi girano sempre le palle.Se parlo non vengo capito,non vengo ascoltato,la riprova è che mi vengono fatte le stesse domande,a cui do le stesse risposte.

Vengo giudicato,per quello che faccio o non faccio,per quello che dico o non dico,come se fosse facile tenere una famiglia a galla.
Non posso essere un cattolico buono,un giurista buono ,un bravo ragazzo,un bravo giardinere,un buon psicologo,un abuon amico,un buon fidanzato,un buon nipote,un buon cugino..........

Ok,non sono perfetto,però neanche una nullità

Il problema è che non c'è interesse a capire cosa penso,quindi il giudizio è gratutio ,basato sul fatto che ho la cresta,che ho un tatutaggio,che ho la maglietta di israele,che ho la croce al collo,che non faccio cose ususali.Proprio il non seguire la massa mi ha creato molti problemi.Solo ora mi accorgo dei tentativi di cambiare il mio essere.Il barbaro,il diverso.sono una minoranza.sono un bersaglio facile.
Ho sentito di tutto sul mio conto,soprattutto alle spalle.Solo ora mi accorgo di tutto questo marcio e del suo significato.

Ci sono le persone per bene,che sono leali e oneste con me,non mi dimentico di loro,ma ,mi perdoneranno,tutte le altre persone diverse da loro sono in continua crescita.


Sono stanco di accontentarmi degli scarti , di sentirmi dire dio dovermi accontentare ,di sentire che quello che mi succede non è niente di che perchè "agli altri è sempre peggio".
Sono stanco di sentire,più o meno indirettamente, che sono "poverino" ,che sono debole,che sono depresso,musone,che sono un lamentone.
Tutto questo è falso.
Quello che affronto,ogni giorno,non è semplice,ma ci mentto tutto me stesso,a costo di star male.Non mi tiro mai indietroper il prossimo,cerco di ricordare tutto il possibile.Mi sacrifico e lavoro.Ma tutto questo non basta,sono sempre tante e frequenti le delusioni.
Non mollo e continuo ad andare avanti.Piuttosto che parlare ,agisco.
Contro tutta questa ignoranza ,diffidenza e indifferenza,combatto ogni giorno e sono fiero di farlo a testa alta ,ammenttendo i miei limiti e i miei errori.
Sono fedele ai miei principi,anche  a costo di inimicarmi molto conoscenze.

però se in un momento di franchezza, dico quello che penso,che ne ho piene le palle cosa succede?quello che sta scritto sopra!
allora è ragionevole innervosirsi,con tutta la buona volontà,tutta la pazienza e amore per il prossimo.
Penso che non acceterò più la stupidità l'indifferenza dei miei simili,non troverò più scusanti nè chiuderò un occhio.
troppo buono,troppo ciuccio.

Ah caro ale,questa volta hai tolto il filtro..........

domenica 4 novembre 2012

In Ricordo

Quelli che ci hanno lasciato non sono assenti, sono invisibili, tengono i loro occhi pieni di gloria fissi nei nostri pieni di lacrime.
S.Agostino


mercoledì 31 ottobre 2012

October - U2



October è una canzone degli U2,tratto dall'album "October" del 1981.


E' una canzone in cui Bono si cimenta con un tema non autobiografico ,l'attenzione si rivolge alla natura,tema caro alla poesia irlandese del primo '900,soprattutto con autori come Kavanagh,da cui Bono ha tratto ispirazione.Naturalmente il testo ha anche un piano di lettura più profondo,che porta Bono a interrogarsi,come qualsiasi altro uomo,sulla vita, sulle sue "stagioni" e su come l'uomo deve relazionarsi con esse.

October                                                       Ottobre
And the trees are stripped bare                   E gli alberi sono spogliati
Of all they wear                                         
Di tutto quello che li riveste                  
What do I care ?                                         Cosa mi interessa?

October                                                      
Ottobre
And Kingdoms rise                                     E i Regni sorgono
And Kingdoms fall                                     E i Regni tramontano
But you go on...                                         Ma tu vai avanti...

...and on...                                                  ... e avanti...

Ottobre a Villa Toeplitz

Le stagioni si susseguono, dopo l'estate,ecco l'autunno, ecco Ottobre,le foglie cadono ,gli alberi sono orfani delle loro chiome.A Bono non interessa,sa che non è altro che una fase di un ciclo che si ripete da secoli.
Questo non puòe non deve intaccare il suo cammino,le sue scelte.
Il pianoforte di  Edge amplifica le emozioni ,completa la poesia,dando equilibrio alla voce di Bono , e diviene parte integrante della lirica,senza la quale ,forse,sarebbe più debole.


 

martedì 16 ottobre 2012

Ricordi di un'estate - 1

Parte della mia estate è stata dedicata alla vita agreste,tagliare piante,lavorare nell'orto,sistemare un giardino molto irriverente.I risultati sono stati ottimi,soprattutto per quanto riguarda i pomodori,probabilmente,- per quantità e qualità- i migliori della mia zona (modestia a parte!).Pessimo invece è il raccolto dell'uva,avrei dovuto spruzzare il verde rame,il risultato è statao dunque  una bella collezione di grappoli ammalati.
Per cambiare un po' ho poi piantato una pianta di mirtilli ,di uva spina e di more,nella speraznza che queste ultime siano un po' più dolci di quelle che già ho .
mirtilli!
Vir bonus colendi peritus cuius ferramenta splendent
Cato Maior

lunedì 15 ottobre 2012

lunedì 1 ottobre 2012

Grazie Don

Anche ieri [domenica ]una messa all' insegna della commozione , l' ultima messa del mio, del nostro don . Dall' ultimo intervento su questo blog è passato molto tempo , la tristezza, lo sgomento è rimasto invariato,le notizie sulle cause del trasferimento sono state tante e non univoche : sinteticamente direi che ci sono ragioni tanto di politica ecclesiastica quanto di di carattere più personale,di parrocchialismi militanti,se così si può dire.
I contorni della faccenda sono molto incerti quindi non mi sento di pronunciarmi senza avere la certezza di affermare l' esistenza di fatti provati. Quello che è certo è che se si parla di Chiesa si parla di gerarchia, c' è chi comanda e chi obbedisce, il margine di sindacabilità della decisione del superiore è molto ristretto. È un'idea che non sempre si considera quando si parla della Chiesa Cattolica.
Molti dei frequentatori della kolbe appatengono a parrocchie diverse, venivano per sentire questo parroco che "faceva bene " il suo lavoro, che avvicinava bambini e anziani, credenti e scettici, che faceva sorridere se non ridere durante le omelie, calando la lettera del vangelo nella realtà quotidiana( nelle dispute tra moglie e marito per esempio). Un centro traslativo, che attirava per spingere verso Dio.
Anche ieri un sorriso lo abbiamo fatto, ci è stato regalato dalla sincerità di un uomo che ha costruito e amato questa comunità . Purtroppo era un sorriso amaro , al sapore di lacrima. quelle lacrime di chi, disarmato, sa Che non può che accettare quello che sta accadendo.




martedì 11 settembre 2012

9/11

Il mondo non è più quello che conoscevamo, le nostre vite sono definitivamente cambiate. Forse questa è l'occasione per pensare diversamente da come abbiamo fatto finora, l'occasione per reinventarci il futuro e non rifase il cammino che ci ha portato all'oggi e potrebbe domani portarci al nulla. Mai come ora la sopravvivenza dell'umanità è stata in gioco. Tiziano Terzani

domenica 9 settembre 2012

Don Walter se ne va

Oggi ho ricevuto una pessima notizia, il mio parroco, Don Walter Zatta, è stato trasferito come responsabile di una comunità pastorale nel comasco .
Don Walter è la colonna della parrocchia di S. Massimiliano Kolbe, il motore di tutto ciò che ruota attimo ad esso( catechismo , gruppi di' ascolto, oratorio, cag, etc). Egoisticamente dico che è una grave perdita( senza nulla togliere al suo successore) perchè nella sua silenziosa presenza ha dato vita ad una realtà parrocchiale , viva e vitale.
E ora?
Meglio non essere egoisti , bisogna anzi riconoscere la fortuna di avere una persona come lui per tutto questo tempo.Bisogna ringraziare Don Walter per tutto quello che ha realizzato . Bisogna pensare a che cosa ognuno di noi ha ricevuto in questi anni da lui.

Ricorderò don Walter non solo per le sue brillanti omelie , per i suoi insegnamenti pratici, ma anche per le parole di conforto che ho ricevuto nel momento delle mie prove.un grande parroco e un grande uomo.
Un pensiero,questo, che penso sia condiviso, visto la commozione che alla fine della celebrazione odierna ha segnato il volto di quasi tutti i presenti, me compreso.

Grazie Don e buona fortuna




( nella foto, particolare in uno degli affreschi della nona cappella del S . Monte - la crocifissione )

giovedì 6 settembre 2012

Alex Zanardi...

...rappresenta l'Italia che vorrei!
grande Alex , la più bella medaglia delle olimpiadi , secondo me .

martedì 28 agosto 2012

Lidia

Lettera di Lidia Macchi

pubblicata da la virtù della purezza, questa sconosciuta il giorno Venerdì 27 maggio 2011 alle ore 5.27 (tutti i diritti riservati)


                                                    Carissima Mara,
dalie, Monet

abbiamo appena appeso il telefono ed io mi sono con amarezza resa conto che in fondo ti ho raccontato solo le cose più banali della mia vita di adesso. A me sta capitando una  cosa straordinaria e un po' confusa ma veramente grande; è come se in me adesso ribollissero con chiarezza un sacco di domande e di desideri sulla vita. Il desiderio d'essere felice, d'essere libera, cioè di trattare con libertà,senza essere schiacciata od appesantita da tutte le circostanze concrete della vita, il desiderio di amare con profondità le persone che mi sono care, gli amici, il desiderio di costruire anch'io un pezzetto di storia perché altrimenti la storia ce la fanno gli altri sulla nostra testa e noi viviamo la nostra vita completamente indifferenti a ciò che accade fuori dal nostro cantuccio, che per quanto comodo è pur sempre meschino e determinato da piccole stupidaggini ed angherie quotidiane.

Ecco è come se la mia beata incoscienza, il fare ciò che mi salta in mente, mi avesse profondamente annoiato con la sua stupidità e superficialità. Mai come adesso la vita mi sembra profonda e grande e soprattutto misteriosa.

E' proprio un mistero grandissimo che io ci sia, esista, che sia un fragile puntolino su questo pianeta che ruota con leggi straordinariamente perfette intorno al sole, ed il sole non è che un microbo nell'immensità spaziale e temporale del cosmo.

Ma cavoli, basta sollevare gli occhi al cielo di notte per intuire che la vita di tutto questo universo è un mistero grandioso e noi che siamo uomini e abbiamo e possiamo avere la coscienza di ciò, sprechiamo il nostro tempo afflitti da piccole banalità e da piccoli dolori, senza chiederci, perché ci fa troppa paura ascoltarci per un attimo, di ascoltare quella voce che parla in noi, che grida che la vita non può non avere un senso, senza chiederci perché ci siamo, perché siamo fatti così uno diverso dall'altro, eppure al fondo, tutti con lo stesso desiderio.

Dio mio, ma perché se queste domande e desideri ci sono noi ci rassegniamo, viviamo in fondo disperati cioè non attendendoci niente dal domani, chiudendoci in una gabbia che diventa la nostra tomba al limite concedendoci qualche ricordo nostalgico dei bei tempi. Ma quali bei tempi? E' inutile piagnucolare; siamo noi che per primi abbiamo presuntuosamente rinunciato ad essere seri, a prendere in considerazione tutti i grandi desidere che si agitano in noi, perché ci fa comodo piagnucolare, stare nel nostro brodo, fare dei piccoli e miseri peccatucci per credere che se almeno non siamo dei santi, beh, un po' cattivelli però lo siamo. Invece i nostri peccati fanno ridere i polli, consistono al massimo nella sensualità, in trasgressioni che in realtà fanno tutti, sono alla portata di tutti, perché in fondo siamo solo dei mediocri. Magari si incontrasse qualche grande peccatore profondamente abbagliato dal male!!!

E quand'anche io sappia tutto, come funziona l'universo intero, e come faccio a respirare, a camminare, a mangiare, chi si sogna per un attimo di ascoltarti quando ti chiedi chi sei, che cosa ci fai sulla faccia di questa terra; di queste domande hanno tutti paura e nessuno ne parla. Ma perché farsi delle domande inutili, perché affannarsi, non pensarci, lascia perdere. Oggi ci sei, domani, domani muori e buonanotte...

Buonanotte un corno!!! Io ci sono, le domande ci sono e voglio sapere, fossi anche l'unica in questo mondo superficiale, perché vuole essere tale, urlerò a squarciagola finché morirò quello che io sento.
Un mese fa mi è capitato quasi per caso di andare alla Cattolica con dei miei amici di Varese e di ascoltare uno, che si chiama don Giussani, che faceva una lezione di teologia o morale, qualcosa del genere, perché questi esami lì sono obbligatori. E al posto di parlare dei santi e tutto il resto, parlava proprio di queste domande, con un entusiasmo ed una forza che mi hanno colpito. Spiegava, anche, tutti i procedimenti teorici e pratici che gli uomini escogitano per non starle ad ascoltare, per fare come se non ci fossero o non fossero importanti e mi sembrava che parlasse proprio di me e ritrovavo tutti i nostri comportamenti abituali spiegati così chiaramente.

Io ero andata lì quasi per caso, perché queste persone di Varese ed altre di Milano che lo conoscono mi avevano invitato ed io sono andata lì pensando di ascoltare le solite cose e invece no.
E' strano perché più delle sue parole, mi ha colpito lui, il suo sguardo profondo, attento, qualcosa di inafferrabile, un uomo libero, aperto e non arrabbiato o irato con la vita. Non so dirti!!! Ma è come se custodisse un segreto, una forza non sua.

Io sento che devo parlargli, che lui non ha calpestato le domande che si agitano dentro di me. Avrei molte cose da chiedergli. In un modo o nell'altro dovrei incontrarlo ancore.
Adesso non mi sembra più di essere sola, alla ricerca disperata di qualcosa di cui tutti se ne fregano; è come se qualcuno facendomi sobbalzare, perché è arrivato inaspettatamente mi avesse detto "Ehi sono quì, non urlare e non disperarti, perché seguendo questa strada usciremo dalla foresta".

E io voglio uscire dalla foresta perché la vita é mare, cielo, monti e pianure, case, alberi, volti umani, stelle, sole e vento e noi siamo fatti per questo Infinito che c'è. Basta solo guardarsi in giro e per questo seguirò questo qualcuno che mi è venuto incontro nel groviglio della foresta e che mi dice: guarda lassù tra le foglie, vedi, c'è un pezzettino di cielo blu, blu, usciamo a vederlo tutto...
                                                                                                                  Lidia

lunedì 27 agosto 2012

In Memoria

VALENTINA

27/08/88 04/12/2003




Beati i puri di cuore perché vedranno Dio (Mt. 5,8)

Cezanne - La Casa di Père Lacroix in Auvers

"Per me chi non apprezza Cezanne non ha capito un bigolo !"

domenica 26 agosto 2012

S. Alessandro

Sant'Alessandro. Storie del Martire dipinte da Enea Salmeggia



Fu  il vessillifero della leggendaria legione Tebea, composta da soldati egiziani della Tebaide e comandata dal generale romano Maurizio anch'egli venerato dalla Chiesa cattolica con il nome di san Maurizio.
Secondo la tradizione, la centuria di cui Alessandro era comandante fu spostata intorno all'anno 301 dalla Mesopotamia alle regioni occidentali, prima a Colonia, poi a Brindisi, sino a giungere in Africa.
Durante il lungo viaggio dei legionari, diverse persecuzioni contro i cristiani furono ordinate dall'imperatore Massimiano, ma i soldati si rifiutarono di eseguire gli ordini pagando con la decimazione, avvenuta ad Agaunum, nell'odierna Saint Maurice-en-Valais che si trova nel cantone Vallese, in Svizzera.
Tra gli scampati al massacro, Alessandro riparò con alcuni suoi compagni in Italia, ma fu imprigionato a Milano (nel luogo dove oggi sorge la basilica di Sant'Alessandro in Zebedia, in piazza di Sant'Alessandro) e qui si rifiutò di abiurare alla fede cristiana come ordinatogli dall'imperatore Massimiano. Fuggito dalla prigione, grazie all'aiuto di Fedele di Como e del vescovo Materno, sulla strada verso Como, secondo la leggenda compì il miracolo di risuscitare un defunto.
Dopo essere stato riconosciuto, catturato e riportato davanti a Massimiano, Alessandro abbatté l'ara preparata per il sacrificio agli dei romani, facendo infuriare l'imperatore, che lo condannò a morte per decapitazione; la leggenda vuole che il carnefice non osasse colpirlo poiché Alessandro gli appariva "come un monte" e, per lo spavento, gli si sarebbero irrigidite le braccia: la stessa sorte sarebbe toccata ad altri soldati chiamati ad eseguire la condanna; pertanto fu rimesso in carcere, a morire di stenti, ma riuscì nuovamente a fuggire.

Alessandro passò miracolosamente l'Adda all'asciutto e si nascose in un bosco vicino a Bergamo, presso il Ponte della Morla, da un patrizio locale, Crotacio. A Bergamo Alessandro iniziò un'opera di conversione alla fede cristiana degli abitanti della città, tra cui i futuri martiri Fermo e Rustico, parenti di Crotacio. Fu presto scoperto da alcuni soldati romani che lo condussero in catene a Bergamo, dove fu condannato alla decapitazione, che questa volta fu eseguita senza inconvenienti il 26 agosto 303 nel luogo dove ancora sorge la Chiesa di Sant'Alessandro in Colonna.
Grazie alla nobildonna Santa Grata, il corpo del Martire fu trafugato e trasportato nel podere della famiglia di lei, dove fu inumato. La Santa, alcuni giorni dopo l'esecuzione, avrebbe trovato le spoglie di Sant'Alessandro, la cui presenza era segnalata da gigli, cresciuti in corrispondenza di alcune gocce del sangue del Martire, le avrebbe raccolte e fatte seppellire in un orto della sua famiglia, fuori della città, là dove sarebbe sorta la grande basilica di Sant'Alessandro, poi abbattuta durante la costruzione delle mura venete di Bergamo.

sabato 25 agosto 2012

Il Testamento di Marta

 



Tendenzialmente si tende a ricordare i carnefici e non le vittime.Questa volta vorrei cambiare rotta.
Queste parole le lessi molti anni fa,sul libro "La Nera"  del duo Lucarelli Picozzi e mi colpirono subito.
A volte non sono in grado di aiutare il prossimo come vorrei,convincerlo di cosa sia la scelta giusta o meno,o perlomeno convincerlo a ragionarci su.
Quindi faccio appello a testamenti,testamenti di vita si intende,la summa delle esperienze raggiunte da una persona,anziana o giovane.
Penso a Marta,penso a Ultimo,a Paolo ,Giovanni , Sebastiano ,Salvatore e quanti hanno combattutto contro le avversità della loro vita pur non avendo l'eco della notorietà,eroi anonimi ,ma non meno sigificativi.
Penso a loro,cerco di aiutare chi ha bisogno,e intanto aiuto me stesso,perchè è cattivo consigliere chi non crede alle proprie parole.

ASSOCIAZIONE VOLONTARI DI CAPITANO ULTIMO

Tra le mani ieri mi è passato un giornale da "supermercato" ,tipo "DonnaD" ,con articoli di vario genere ,ricette orpscopi etc.
Ciò che mi ha colpito era la copertina :un uomo di spalle e un falco sul braccio e a piè di pagina leggo "Intervista a Ultimo".Possibile?
Ultimo è Capitano Ultimo,poco importa il grado effettivo (maggiore) e il nome,se dici Capitano Ultimo,sai già di chi stai parlando.O dovresti saperlo.

Leggo con piacere che Ultimo ha promosso con altre persone (Raoul Bova,l'Ultimo televsivo) la nazionale cantanti semplici persone un importante progetto : la ASSOCIAZIONE VOLONTARI DI CAPITANO ULTIMO (con sede a Roma),un’organizzazione di volontariato che opera nei settori dell'assistenza sociale e socio sanitaria; beneficienza; istruzione e formazione; attività sportive di tipo dilettantistico; protezione e valorizzazione dell’ambiente, del paesaggio e della natura; promozione della cultura e dell’arte; tutela dei diritti civili. L’associazione è impegnata nella gestione della Casa famiglia per minori “Capitano Ultimo” che si trova a Roma in via della Tenuta della Mistica snc. Nella stessa area organizza incontri didattici e formativi di educazione ambientale e legale rivolti agli studenti delle scuole materne, primarie e medie di I° grado, nonché ai minori ospiti di case famiglia.I volontari sviluppano iniziative ed eventi di raccolta fondi a favore di soggetti deboli e organizzano corsi di formazione professionale a favore dei minori ospiti delle case famiglia affinchè, al raggiungimento della maggiore età, abbiano conseguito una propria autosufficienza culturale ed economica. Per le famiglie sono stati realizzati spazi e locali per eventi enogastronomici (3337554685 – 06/2252310) , dimostrazioni di volo dei rapaci diurni e notturni italiani ed un orto didattico . Attraverso l’ impegno sociale e la solidarietà si vuole togliere spazio vitale alla criminalità e al degrado sociale che la alimenta, aiutaci e lotta con noi.
( fonte : pagina officiale facebook ) Dal canale youtube "fansforzeordine" riprendo un"intervista del tg5 a Ultimo in materia Link
Tutto ciò mi ricorda le parole di Ultimo nel suo libro "Ultimo ,l'uomo che arrestò Totò Riina": essere "ultimo tra gli ultimi","carabinieri per e tra la gente" lontano dalla burokrazia,sì,quella con la" K" ,quella fine a se stessa,quella che è ostacolo ,quella che costruisce "muri di gomma" a chi vuole fare il suo lavoro.


Lascio il LINK

mercoledì 22 agosto 2012

La figlia del Tenente -YANEZ - Davide Van De Sfroos



Ti ho baciato nella via più scura
dove l'ombra si veste di pizzo
con i dubbi marciti da un pezzo
e le grondaie che piangon di già
siamo lupi con le scarpe nere
sulla strada senza primavere
siamo denti stretti in mezzo al buio
e ogni battito di cuore è un guaio Maledetti come due vampiri
sempre in fuga quando arriva il sole
perché il giorno non ci vuol vedere
fare quello che facciamo qui.

E alura te speci che...
Suta l'ala de la sciguèta
Fermu cume un saant de
Marmu
Cumè una quercia
cumè un bull
e cumè l' oecc del pèss gio in tèra
cumè l'umbria de la buteglia
cumè la cruus del cimiteri
cumè sto pràa pièe de guldoni urmai spendüü
te speci che fin che'l suu ghe n'ha pièe i ball
in che passa il pipistrèll
finche il muund gh'a pioe i paròll
e me podi scultà i tòo
me te speci che...

lo usavo già questo coltello
quando tu guardavi il carosello
ho rubato quel che non avevo
l'ho venduto a chi lo aveva già
ho imparato dai fili d'erba
a piegarmi dentro la bufera
a rialzarmi come niente fosse
e resistere anche alla galera
e cupido forse è un deficiente
o di notte non ci vede niente
il giorno sa che ero un delinquente
e che tu sei la figlia del tenente.

Ma me te speci che
induè finissen tücc i straad

insema ai cicatriis del müür
insema ai cioo e ai machin moort
insema al can senza un gamba
duè 'l destén scapuscia e stramba
e duè i raagn fann la macumba

me te speci che

al capolinea della decenza
duè la soort la g'ha mai pazienza
duè la soort la g'ha mai speranza e
temperà cumè una matita
per riscriiv un'oltra vita
almenu in de la nocc
me te speci che
me te speci che

Traduzione


Ti ho baciato nella via più scura
dove l'ombra si veste di pizzo
con i dubbi marciti da un pezzo
e le grondaie che piangon di già
siamo lupi con le scarpe nere
sulla strada senza primavere
siamo denti stretti in mezzo al buio
e ogni battito di cuore è un guaio
Maledetti come due vampiri
sempre in fuga quando arriva il sole
perché il giorno non ci vuol vedere
fare quello che facciamo qui.
E allora ti aspetto qui
Sotto l'ala della civetta
Fermo come un santo di marmo
Come una quercia, come un sasso
E come l'occhio del pesce per terra
Come l'ombra della bottiglia,
come la croce del cimitero,
come questo prato pieno di preservativi ormai spesi
ti aspetto finché il sole ne ha piene le balle
finché passa il pipistrello
finché il mondo non ha più parole
e posso ascoltare le tue.
Ti aspetto qui.
Io usavo già questo coltello
quando tu guardavi il carosello
ho rubato quel che non avevo
l'ho venduto a chi lo aveva già
ho imparato dai fili d'erba
a piegarmi dentro la bufera
a rialzarmi come niente fosse
e resistere anche alla galera
e cupido forse è un deficiente
o di notte non ci vede niente
il giorno sa che ero un delinquente
e che tu sei la figlia del tenente.

Ti aspetto qui
Dove finiscono tutte le strade
Insieme alle cicatrici del muro
Insieme ai chiodi e alle macchine morte
insieme al cane senza una gamba
dove il destino inciampa e stramba
e dove i ragni fanno la macumba
Ti aspetto qui
Al capolinea della decenza
Dove la sorte non ha pazienza
Dove la sorte non ha speranza
E temperato come una matita
Per riscrivere un'altra vita
Almeno nella notte
Io ti aspetto qui
Io ti aspetto qui

domenica 19 agosto 2012

Sant'Ambrogio Olona 1859-1927

In seguito all’unione temporanea delle province lombarde al regno di Sardegna, in base al compartimento territoriale stabilito con la legge 23 ottobre 1859, il comune di Sant’Ambrogio Olona con 622 abitanti, retto da un consiglio di quindici membri e da una giunta di due membri, fu incluso nel mandamento I di Varese, circondario II di Varese, provincia di Como.
Alla costituzione nel 1861 del Regno d’Italia, il comune aveva una popolazione residente di 640 abitanti (Censimento 1861). Sino al 1863 il comune mantenne la denominazione di
Sant’Ambrogio e successivamente a tale data assunse la denominazione di Sant’Ambrogio Olona (R.D. 8 febbraio 1863, n. 1192). In base alla legge sull’ordinamento comunale del 1865 il comune veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. Nel 1867 il comune risultava incluso nello stesso mandamento, circondario e provincia (Circoscrizione amministrativa 1867). Popolazione residente nel comune: abitanti 698 (Censimento 1871); abitanti 775 (Censimento 1881); abitanti 880 (Censimento 1901); abitanti 1.064 (Censimento 1911); abitanti 1.201 (Censimento 1921). Nel 1924 il comune risultava incluso nel circondario di Varese della provincia di Como. In seguito alla riforma dell’ordinamento comunale disposta nel 1926 il comune veniva amministrato da un podestà. Nel 1927 il comune venne aggregato alla provincia di Varese. Nel 1927 il comune di Sant’Ambrogio Olona venne aggregato al comune di Varese (R.D. 24 novembre 1927, n. 2247).

venerdì 17 agosto 2012

Chi resta e chi va

Riprendo questo testo più per me che per i miei pochi lettori


Varese, Basilica di San Vittore, 7 novembre 2011

Ti ringraziamo, Signore Gesù, perché ci hai commossi fin qui oggi. Non è una svista linguistica, ma un giudizio che dice fino in fondo la verità di quello che stiamo vivendo in questo momento assolutamente unico: siamo qui perché un Altro ci ha chiamati, ci sta muovendo, ha così a cuore la nostra vita che ci ha condotti fin qui insieme, cioè ci ha com-mossi. E ha cominciato a commuoverci qualche tempo fa: 23 anni fa per il padre e la madre di Giovanni, qualche tempo dopo (fino a poche ore fa) per ciascuno di noi. Altrimenti non saremmo qui.
Perché è il Signore, è Lui, Colui che non possiamo cercare tra i morti perché è vivo! È resuscitato, cioè è qui adesso. Sta accadendo adesso, nella festa della vita che è la Sua Santa Eucaristia che stiamo celebrando. È questo Signore che un giorno è entrato, discretamente e definitivamente, nella vita di Giovanni: nel giorno del suo Battesimo, il regalo più grande che i suoi genitori hanno fatto alla sua vita. E poi attraverso l’incontro definitivo, affascinante, pieno di bellezza, di musica, di gioia, di letizia: è stato l’incontro con il carisma donato a don Giussani che, a un certo punto, ha affascinato con la sua forza di bellezza irresistibile il cuore, la libertà, la ragione, la carne di Giovanni. Perché noi abbiamo avuto la grazia di incontrarlo così.
Così che oggi, alla radice del nostro cuore, sta balbettando in qualcuno, in altri forse in maniera più chiara, più potente, la domanda dei discepoli di Gesù consegnata per sempre al Santo Vangelo. La domanda che Pietro, Giacomo, Giovanni, Andrea, Bartolomeo, davanti alla persona di Gesù, davanti ai Suoi gesti e alle Sue parole, sentivano prepotente ergersi dentro di loro, fino ad affiorare sulle loro labbra: «Chi sei Tu, cui il mare e il vento obbediscono?». Chi sei Tu, che sei capace ancora oggi di affascinare così la nostra vita? Chi sei Tu, che hai preso fino alla radice il cuore di Giovanni e hai compiuto la sua vita? Perché quando ci si congeda da questo mondo, la ragione è una sola (la Chiesa l’ha ricevuta, questa ragione, la custodisce e l’annuncia al mondo in maniera instancabile): il congedo da questa vita avviene quando il nostro compito si compie, quando abbiamo assolto il nostro compito. A 23 anni, a 16 anni, a 100 anni… La morte, l’ultimo atto di una vita che si è consegnata, è il suggello di questo.
Siamo qui perché noi abbiamo avuto la grazia di incontrare questo amico. Con gli occhi sempre aperti, con il cuore sempre attento, con una generosità senza limiti non dovuta alla bellezza del suo temperamento. Giovanni non ha avuto pudore nel manifestare nella sua vita il segreto che l’animava, la forza che la rendeva giovane ogni giorno, la bellezza che l’affascinava: forza, bellezza, bontà, verità, che hanno il nome e il volto di Gesù Cristo. A questa Presenza, Giovanni ha consegnato la sua vita. E il Signore è stato generoso: attraverso di lui, infatti, ha toccato almeno le vite di noi qui oggi. E chissà quante altre. Così che il Signore, attraverso di lui, ancora una volta ha confermato il metodo con cui sta nella storia, con cui rimane presente, vivo tra i vivi: il metodo è la testimonianza. Così noi possiamo ancora oggi conoscere Cristo, e dopo la vita terrena di Giovanni possiamo dire, e dobbiamo dire: «Signore grazie, perché ti conosciamo di più: Ti sei concesso a noi, attraverso Giovanni». Perché è questo che è veramente accaduto.
Qualcuno, incontrandolo in questa stagione così intensa della sua vita, quando lo vedeva così limpidamente ingenuo di fronte alle cose, faceva fatica a trattenere un sorriso lievemente imbarazzato. Di quell’imbarazzo strano che ci prende sempre, quando siamo davanti ai testimoni del Signore, davanti ai bambini. Perché essere cristiani vuol dire essere chiamati a diventare grandi come un bambino, e Giovanni è diventato così rapidamente grande come un bambino, che il Signore gli ha detto: «Vieni, servo buono e fedele, vieni. Adesso continuerai a lavorare con me dall’altra parte». Cioè più presente di prima. Quel sorriso imbarazzato che ci mette un po’ in difficoltà, perché facciamo ancora fatica ad arrenderci di fronte alla testimonianza disarmante del Mistero. Eppure siamo costretti a renderci ancora conto che veramente si può vivere così, come ha vissuto Giovanni. Cioè lasciando che il Signore diventi realmente il Signore della mia vita. Il Signore dell’istante. Il Signore della libertà. Il Signore del cuore. Il Signore della ragione. Il Signore della carne e del sangue.
Qualcuno tornerà a casa più pensoso, perché il testimone ci inquieta. Come è inquietante la presenza del Signore, quel Signore che - come don Giussani instancabilmente ci ricordava - ama la nostra libertà più della nostra salvezza. Per questo è inquietante. Eppure è così segretamente atteso, così desiderato. Così che quando incontriamo i Suoi amici, i Suoi testimoni, coloro che hanno avuto l’umiltà e il coraggio di rispondere alle domande di Gesù… Come è stato per Giovanni, perché Giovanni ha risposto alle domande di Gesù, alle domande consegnate per sempre alla Sua parola scritta e santa, il Vangelo: «Giovanni, che cosa stai cercando?». È la domanda che fa ad ognuno di noi: prima di morire bisogna rispondere a questa domanda! E non sappiamo quando accadrà. «Che dice la gente di me, Giovanni? E tu cosa dici?». Fino a quel momento drammatico e supremo in cui il Signore ha avuto il coraggio di chiedere a Giovanni, come a noi oggi: «Giovanni, se ne sono andati tutti. Non hanno retto di fronte allo scandalo di un amore così grande che si concede nella carne, perché se tu non mangi la mia carne… Giovanni, vuoi andartene anche tu come gli altri?». E Giovanni è rimasto: se andiamo via da te, Signore, dove andremo? Che ne sarebbe della nostra vita senza di te? Della nostra vita, del nostro piangere e del nostro sorridere, del nostro lavoro e del nostro amore, delle nostre lacrime e della nostra fatica. Fino all’ultimo: «Giovanni, mi ami tu? Ester, mi ami tu? Flavio, mi ami tu?». A ciascuno di noi che siamo qui: «Mi ami tu? Che cosa ti è veramente caro nella vita?». Il Signore attraverso Giovanni ce l’ha detto: «Non c’è nulla di più caro che la mia vita. Perché senza di me non potete vivere».
Per questo, oggi il nostro sentimento deve, almeno una volta (e forse per qualcuno è la prima volta), sottomettersi al giudizio. E il giudizio non è una parola astratta: il giudizio è questa assemblea di noi qui, che stiamo partecipando dell’atto di Cristo che rinnova il Suo sacrificio per la salvezza del mondo, l’Eucaristia. Questa assemblea è il giudizio sul mondo: Egli è vivo, non cercatelo più tra i morti! Egli è vivo ed è qui! E ha riempito di Sé a tal punto la vita di Giovanni, che il cuore di Giovanni a un certo punto sanguinava di amore per Lui. Questa è la verità sulla sua così breve e intensa vita.
Ma la nostra vita non è mai breve, perché il tempo - ci ricordava don Giussani - non è qualcosa che passa: è Cristo che ci viene incontro. Non dimentichiamolo. Questa è la grande risposta alla domanda inesorabile che Agostino ha consegnato a tutta la storia della Chiesa, a tutti gli uomini: che cos’è il tempo? Il tempo è Cristo che mi viene incontro. Il Signore dell’istante, il Re della gloria, dello spazio e del tempo, capace di riempire la vita nostra fino a quel punto. Di renderla piena di ingenua baldanza. L’abbiamo visto coi nostri occhi, cos’è l’ingenuità. E Giovanni era un ingenuo: non come può essere ingenuo un bambino, che paga ancora il debito dell’essere bambino, ma quell’ingenuità voluta che nasce da un amore totale. Da un sì a Cristo senza riserve. Così si sta nel mondo. A 20 anni e a 90 anni, si sta nel mondo così, perché questa è la ragionevolezza suprema cui siamo chiamati: vivere così perché Cristo è tutto, presente qui e ora.
Grazie, Signore, che ci hai permesso di incontrarlo. Perché adesso, tornando alle nostre case, dicendo «arrivederci» a Giovanni, conserviamo la memoria della sua testimonianza come sorgente della nostra speranza. Perché, nella vita della Chiesa, la speranza coincide con la memoria: fiori bellissimi che rinascono continuamente dalla radice della fede, cioè dall’uomo che Lo riconosce presente.
Torneremo alle nostre case più lieti, ne sono certo. La letizia è quella strana posizione del cuore che nasce miracolosamente dalla fede, e che convive anche con il dolore. E solo in quel momento svela il suo volto vero: il dolore, il nome vero dell’amore. Torneremo alle nostre case più certi, più lieti, e perciò più inquieti: «Chi sei Tu, Signore, capace di compiere (oggi, adesso, qui, in questo momento!) questo miracolo? E di convocarci così?». Non abbiamo potuto rimanere a casa, non abbiamo potuto vivere questo lunedì come il lunedì dell’anno passato o come il giorno prima. Non abbiamo potuto farlo. Perché? Chi sei Tu, capace di riempire di questa letizia la nostra vita? Chi sei Tu, capace di rendere così certa la nostra vita, in un mondo che grida tutto il contrario di questo? Eppure il mondo attende questo. Tutto il mondo e tutti gli uomini attendono Cristo, cioè i suoi testimoni. Giovanni non ha mai detto “no”. E, se è stato possibile per lui, è possibile per me ed è possibile per te. Nell’abbraccio di Cristo che è il Battesimo, nel germogliare continuo, nel rinnovarsi instancabile del nostro essere nuova creatura, questa certezza diventa ogni giorno più grande.
Per questo, Giovanni, ti diciamo grazie. E, così come ci hai accompagnato in questi brevi istanti così definitivi della tua vita su questa terra, Giovanni, ti preghiamo: non abbandonarci! Anzi, siamo certi che non ci abbandonerai, perché la memoria della tua storia diventa già adesso sorgente di speranza e di certezza rinnovata. Perché sappiamo (altrimenti non saremmo qui) che si può davvero vivere così. La tua testimonianza porterà alla vera domanda: abbiamo bisogno di Te, Signore Gesù. E basta. In ciò che viviamo abbiamo solo bisogno di Te.
Lasciamo che la nostra vita, come quella di Giovanni, si lasci mendicare da Cristo. La cosa più ardua della nostra vita è accettare di essere amati da Cristo così: «Egli, mendicante del nostro cuore, e il nostro cuore mendicante di Lui». Parole indimenticabili proclamate con voce vibrante di emozione e di certezza da don Giussani davanti al Papa (e perciò davanti al mondo intero), il 30 maggio 1998 in Piazza San Pietro. Questa è la bellezza della vita dell’uomo: Cristo, mendicante del nostro cuore, e il nostro cuore mendicante di Cristo. Questa mendicanza è la nostra ricchezza. Questa mendicanza è la nostra certezza. E, per questo, sia lodato Gesù Cristo.


Tutti i diritti riservati a www.tracce.it


(Monte Generoso sullo sfondo e Monte Orsa in primo piano, monte alle cui pendici si trova il piccolo paese di Viggiù, dove riposa Giovanni)

mercoledì 4 luglio 2012

In ricordo della scuola elementare Mameli della Rasa di Varese


Quando alla scuola Mameli della Rasa, oggi chiusa, gli alunni uscivano a cercare le timide genziane e i fiori invernali sulle pendici della Martica, i candidi ellebori

Lunedì 25 Giugno 2012 22:41


RASA – “Gli alberi sono come uomini solitari, tra le loro fronde stormisce il mondo, le loro radici affondano nell’infinito”. Herman Hesse. Come gli alberi di Hesse anche la scuola Mameli inserita nel Parco del Campo dei Fiori, ai piedi del Sacro Monte di cui sembra godere la silente protezione, affonda le radici nell’ambiente alla scoperta e alla valorizzazione del territorio.
Oggi la scuola Mameli, la bella scuola della Rasa è chiusa. Che ne sarà di lei? Quando ci lavoravo con splendidi bambini e con tanti ideali, era una scuola alla ricerca dei valori. Uscivamo a cercare gli ellebori, candidi fiori invernali sulle pendici della Martica o a conoscere le ultime genziane, timide e schive da non volersi far scoprire, sbocciate nell’angolo ombroso di un bosco inesplorato.
Senza allontanarsi dalla scuola c’era poi la gioia di amare, curare e coltivare l’orto, fiduciosi in un abbondante raccolto. Attenzione e cura all’ambiente, concentrandosi sul bambini e sulle sue esigenze. La creatività veniva sollecitata, incentivata e realizzata nel progetto A scuola per fare e inventare che permetteva a tutti i bambini, ciascuno con il suo timbro personale, di spiccare il volo verso la vita e il mondo della cultura in modo gaio, giocoso, lontano dal tran-tran e dall’appiattimento della personalità.
Dall’ambiente alla realizzazione di sé si passava attraverso l’interiorizzazione della solidarietà, del rispetto, della comprensione quali pratiche di vita quotidiana. Ecco perché quella della Rasa, era una scuola alla ricerca dei valori.
Piera Malnati


Sacromontevarese.net

martedì 19 giugno 2012

Non è vanità

Belvedere di Marzio,vista sul Ceresio e Canton Ticino


Lago Di Varese, dalla pista ciclabile presso Biandronno


Alpi e Prealpi dalla piazzola del cannoncino del Campo dei Fiori

Lago Di Varese 2 , dalla pista ciclabile presso Biandronno
da Sinistra Monte Piambello,Poncione Minisfreddo e Monarco,si vede a sinistra il borgo diu San Fermo e a destra il Castello Mediceo presso Frascarolo (Induno Olona), foto scattata da S. Ambrogio
Posto ancora le foto panoramiche ,questa volta in "alta" definizione,in modo da rendere più evidenti gli errori,non è certo sfoggio di vanità ( e soprattutto di abilità!!) !

venerdì 8 giugno 2012

Foto panoramiche,tentativi e imperfezioni

Da febbraio ho iniziato a la strada della fotografia panoramica, non sempre ottengo quello che ho in mente , però gli errori mi aiutano a correggere la mia inesperienza .

La prima è stata scattata presso il cannoncino del Campo dei Fiori,in un tardo pomeriggio di febbraio.
Avrei dovuto usare il cavalletto che giustamente ho lasciato a casa, quindi a mano libera ho fatto una decina di foto che ho unito con il
Programmino che mamma canon mi ha messo a disposizione .
Sullo sfondo le Alpi , in prima battuta le prealpi varesine ( dal monte nudo fino al monte martica) e comasche ( generoso e grigna settentrionale e meridionale)

La seconda è stata scattata dal Belvedere di Marzio la scorsa estate, due foto che non erano state concepite per essere unite ma che si sono 'sposate' ABBASTANZA bene.
Si vede il lago di Lugano ( il Ceresio) con il piccolo aeroporto di Agno

La qualità è bassa , questione di upload tramite email , pardon XD

mercoledì 9 maggio 2012

W Juve !!

La Juventus non è soltanto una squadra di calcio, ma un modo di intendere la vita. (Italo Pietra)

W Juve

Ho parlato poco di calcio, la stagione in serie B mi ha disilluso sulla idea che avevo di calcio,più romantica e meno politica.Il calcio peró ha continuato a regalarmi momenti di gioia e sofferenza( sportiva), sintomi di una passione viva e vera.

Mi resta da capire per quale ragione una persona dovrebbe gioire per qualcosa che è evanescente per chi non ha vinto 'personalmente' un titolo.

Se qualcuno ha un' idea me ne faccia partecipe. Per me la ragione, per ora, sta in una zona irrazionale e decisamente passionale della mia anima!

'Chi indossa la nostra divisa, le rimarrà fedele malgrado tutto e la terrà come prezioso ricordo. '

(Eugenio Canfari, uno dei fondatori della Juventus F.C.)

lunedì 7 maggio 2012

Forza Juve!!!!!

Grazie del regalo mister :0D

lunedì 30 aprile 2012

Linci a Varese

Riporti un articolo tratto da "La Provincia" che conferma gli avvistamenti di linci nella zona del parco campo dei fiori, del Piambello , del monte nudo.

Una presenza inaspettata che forse può aiutare a regolare la presenza di di cinghiali che negli ultimi anni è sempre più massiccia.
Recentemente è stato avvistato un esemplare anche a S. Ambrogio , probabilmente sceso dal S. Monte difficile che sia salito da bregazzana .

Ricordo di essere stato preso in giro quando ho detto di aver visto dei mufloni ai Pizzoni di Laveno,ebbene tredici mufloni sono stati investiti nella galleria delle ferrovie nord presso cittiglio mentre erano intenti a leccare il sale lasciato sulle rotaie dopo le gelate invernali ...

mercoledì 25 aprile 2012

XXV

Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra costituzione.

Piero Calamandrei

( nella foto, partigiani catturati sul monte S. Martino , importante quanto tragico simbolo della resistenza presso le prealpi varesine ~ fonte : Varesenews ~ )


domenica 22 aprile 2012

Remembering Yoni


Essere grandi davvero
non è muoversi senza una grande ragione,
ma trovare ovunque un nobile motivo di disputa
quando l’onore è al palo.


(Amleto, Atto IV, scena IV)

domenica 8 aprile 2012

Giustizia

Secondo i tre broccardi del diritto romano,giustizia è dare a ciascuno il suo, non danneggiare l'altro e vivere onestamente.
Nel Padre Nostro si dice "sia fatta la Tua volontà " e io spero sempre che questa sia quanto più prossima alla mia e se così non è mi adeguo.
Non con rassegnazione ma con umiltà , perché sarei arrogante se volessi capire il senso degli eventi non in senso eziologico ma in senso teleologico,sarei un po' come l'Ulisse dantesco che,guarda caso, si trova all' inferno.
Come avevo scritto qualche mese fa a riguardo della scomparsa del mio amico Giovanni , è tanto facile quanto sbagliato dare a Dio la colpa di un evento nefasto, perché Dio ci ama e,tanto più quando condividiamo con lui il peso della sua croce, in questi giorni l'ho visto con i miei occhi, l'ho sentito,quindi non sono parole preconfezionate.
Però.
Però chiedo giustizia. Chiedo che chi ha vissuto nella sofferenza , senza mai stancarsi , senza mai lamentarsi, essendo sempre disponibile alle richieste di aiuto o consiglio,abbia ciò che gli spetta.
Chiedo che un figlio non perda suo padre e che una moglie non perda suo marito.
Chiedo solo questo. Giustizia.
In ogni caso sia fatta la Tua volontà . Spero che questa sia quanto più prossima a quella che ho espresso.




« Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà. » (Matteo 26,41)

Quante croci...

...ho visto portare in questi giorni,amici,familiari,sconosciuti che dopo qualche giorno diventano facce conosciute.

Oggi è Pasqua ma non me ne capacito,per me,per noi, è soli un altro venerdì Santo.

Un altro giorno sotto un orologio nervoso che scandisce i minuti , le ore con un suono secco e stanco,ne ha viste tante quell'orologio e se ne vorrebbe andare in vacanza o almeno vorrebbe cambiare reparto per qualche settimana,ma nessuno gli da il cambio.

martedì 27 marzo 2012

Pasolini il libero pensatore

II PCI ai giovani!!
È triste. La polemica contro
il PCI andava fatta nella prima metà
del decennio passato. Siete in ritardo, figli.
E non ha nessuna importanza se allora non eravate ancora nati...
Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi
quelli delle televisioni)
vi leccano (come credo ancora si dica nel linguaggio
delle Università) il culo. Io no, amici.
Avete facce di figli di papà.
Buona razza non mente.
Avete lo stesso occhio cattivo.
Siete paurosi, incerti, disperati
(benissimo) ma sapete anche come essere
prepotenti, ricattatori e sicuri:
prerogative piccoloborghesi, amici.
Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte
coi poliziotti,
io simpatizzavo coi poliziotti!
Perché i poliziotti sono figli di poveri.
Vengono da periferie, contadine o urbane che siano.
Quanto a me, conosco assai bene
il loro modo di esser stati bambini e ragazzi,
le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo anche lui,
a causa della miseria, che non dà autorità.
La madre incallita come un facchino, o tenera,
per qualche malattia, come un uccellino;
i tanti fratelli, la casupola
tra gli orti con la salvia rossa (in terreni
altrui, lottizzati); i bassi
sulle cloache; o gli appartamenti nei grandi
caseggiati popolari, ecc. ecc.
E poi, guardateli come li vestono: come pagliacci,
con quella stoffa ruvida che puzza di rancio
fureria e popolo. Peggio di tutto, naturalmente,
e lo stato psicologico cui sono ridotti
(per una quarantina di mille lire al mese):
senza più sorriso,
senza più amicizia col mondo,
separati,
esclusi (in una esclusione che non ha uguali);
umiliati dalla perdita della qualità di uomini
per quella di poliziotti (l’essere odiati fa odiare).
Hanno vent’anni, la vostra età, cari e care.
Siamo ovviamente d’accordo contro l’istituzione della polizia.
Ma prendetevela contro la Magistratura, e vedrete!
I ragazzi poliziotti
che voi per sacro teppismo (di eletta tradizione
risorgimentale)
di figli di papà, avete bastonato,
appartengono all’altra classe sociale.
A Valle Giulia, ieri, si è cosi avuto un frammento
di lotta di classe: e voi, amici (benché dalla parte
della ragione) eravate i ricchi,
mentre i poliziotti (che erano dalla parte
del torto) erano i poveri. Bella vittoria, dunque,
la vostra! In questi casi,
ai poliziotti si danno i fiori, amici.

Pier Paolo Pasolini

domenica 25 marzo 2012

Un saluto al sergente Silvestri

ROMA - Un attacco a colpi di mortaio ad una base italiana in Afghanistan. Un morto e cinque feriti, due dei quali in condizioni critiche, uno in particolare gravissimo. Con il sergente Michele Silvestri l'elenco delle vittime sale a cinquanta, mentre i Servizi segreti avvertono che, di questo passo, il processo di transizione rischia di fallire. L'Idv e il Prc tornano a chiedere il ritiro del contingente, mentre per il Pd occorre ''ricalibrare gli obiettivi della missione''. L'AVAMPOSTO ICE - La 'Fob' (Forward operative base) 'Ice' e' una base avanzata italiana incastrata tra il deserto e le montagne del Gulistan, nella provincia di Farah, a ridosso del profondo sud 'talebano'. Siamo nel settore sud-est dell'area occidentale del Paese, dove sono schierati i 4.200 militari italiani della missione Isaf. Nei prossimi giorni ci sara' l'avvicendamento al comando tra la brigata Sassari, che torna a casa, e i bersaglieri della Garibaldi, che gia' da alcuni giorni presidiano il Gulistan e Bakwa con la task force south-east.

L'ATTACCO - 'Ice' e 'Snow', l'avamposto li' vicino (dove venne ucciso l'alpino Miotto), sono due fortini che quasi ogni giorno vengono presi di mira dagli 'insorti'. Stavolta l'attacco comincia di buon ora. Sparano colpi di mortaio, ma nessuno centra l'obiettivo. Sembra tutto finito, ma nel pomeriggio (sono le 18, le 14.30 in Italia), si ricomincia. Ora la mira e' piu' precisa ed una o piu' bombe cadono nel perimetro della base. Si alzano in volo gli elicotteri d'attacco Mangusta e la minaccia viene ''neutralizzata''. Ma la tragedia si e' gia' consumata

LA VITTIMA E I FERITI - Il sergente Michele Silvestri - campano di 33 anni, sposato, un bambino piccolo, in servizio presso il 21/o reggimento Genio Guastatori di Caserta - era arrivato solo da 10 giorni in Afghanistan. E' lui ad avere la peggio. Viene subito soccorso, ma le schegge lo hanno dilaniato. Per lui non c'e' niente da fare. Cinque i feriti, tra cui gravissima una soldatessa, Monica Graziana Contraffatto, 31 anni di Gela, volontaria di truppa in forza al 1/o Reggimento Bersaglieri di Cosenza.Nell'attacco rimangono feriti due suoi commilitoni, entrambi calabresi,Nicola Storniolo,di Nicotera (Vibo Valentia), e Salvatore De Luca, di San Giovanni in Fiore (Cosenza). Ad avere la peggio tra i due e' De Luca, che e' stato comunque stabilizzato. Storniolo, invece, ha riportato lievi ferite e le sue condizioni non destano alcuna preoccupazione.Gli altri due militari feriti sono uno del 41/o reggimento artiglieria 'Cordenons' e l'altro del 21/o reggimento Genio Guastatori di Caserta, lo stesso di Silvestri. A parte uno, medicato sul posto, gli altri vengono trasportati in elicottero nella base della coalizione piu' vicina, quella americana di Delaram, dove c'e' il quartier generale del Regional command south-west. Con Silvestri salgono a cinquanta le vittime italiane dal 2004.

ANSA.it

Il mio più vivo cordoglio alla famiglia.

lunedì 19 marzo 2012

Liberate i nostri marò !

Italia, più coraggio!
Liberate i nostri soldati!

mercoledì 7 marzo 2012

Sentiero 7

Due venerdì fa ho seguito il sentiero sette del parco campo dei fiori, purtroppo non ho raggiunto la meta, la cima di mezzo( soprattutto a causa del mio abbigliamento tarato per le condizioni presenti "a valle"), nonostante ciò ho potuto apprezzare uno spettacolo notevole , arricchito dalla neve ancora presente sulla vetta. Dopo la nevicata di lunedì sicuramente lo spettacolo si sarà rinnovato

martedì 6 marzo 2012

I Processi

Seconda esperienza al tribunale di Milano . Rispetto a tre anni fa ho capito molti aspetti tecnici( parola di moda in questo periodo) che in passato non avevo colto.

Una costante si è ripresentata , ovvero la scarsa simpatia che la difesa nutre per gli organi requirenti e giudicanti:
"Studiate, se no diventerete dei pubblici ministeri !" , questo è stato il leit motiv dei tre processi che ho seguito.

Fortunatamente non sono preda di " facili entusiasmi e ideologie alla moda" (Lucio Battisti, Una Giornata Uggiosa" , quindi non mi faccio condizionare dalle opinioni che ormai da 10 anni riguardano le mie scelte. Certo è che i confini delle mie certezze sono meno nitide che in passato.

(Nella foto il maestoso androne del secondo piano del tribunale,dove si trovano gli uffici della procura)